IL PROGRAMMA
C‘era na vota, na vota c’era… Mo vi cuntu in bona sustanza di re Pipuzzu la rumanza… Le fiabe sono il nostro patrimonio comune, memoria storica dei nostri sentimenti più genuini e primari.
A partire da questo presupposto il drammaturgo, attore e regista calabrese Dario De Luca, ha lavorato sulle fiabe della Calabria, per provare a leggere meglio la propria terra partendo dai racconti popolari. Da queste ricerche è nato lo spettacolo Re Pipuzzu fattu a manu, della compagnia calabrese Scena Verticale diretta di Saverio La Ruina e Dario De Luca che proprio quest’anno compie i loro trent’anni di attività. Lo spettacolo aprirà il 25 novembre alle 21 la stagione di TeatrExma. Questa fiaba, dicono gli autori dello spettacolo, ha echi dell’Oriente e delle “Mille e una notte”, delle storie dei fratelli Grimm e di quelle di Perrault. Ma questa storia ha messo radici in mezzo ai castagneti e agli uliveti, profuma di impasti infornati e ha il rumore assordante delle cicale della nostra terra. Dario De Luca da corpo e voce a questo racconto calabrese; Gianfranco De Franco gli da una sonorizzazione, fatta di soffi in strumenti a fiato, tradizionali e no, ed elettronica.
Si prosegue il giorno dopo, sabato 26 novembre, con un doppio appuntamento. Alle 21 gli ogliastrini della compagnia Rossolevante presentano Sette respiri spettacolo che intreccia una delle storie più famose della tradizione giapponese, quella della vendetta dei 47 Ronin, con la vita e le imprese di Gaetano Bresci, il regicida anarchico, il tessitore pratese tornato dall’America per vendicare i Morti di Milano del 1898. Bresci, il lucido, determinato, consapevole, ironico, elegante, preciso assassino di Re Umberto I di Savoia. Bresci, il Ronin italiano, dell’ultimo Ronin, il Quarantottesimo Ronin. A seguire, dalle 22, Di api turbina e cavoli OGM. Breve compendio per capire “fill’e chini sesi”, di e con Francesca Falchi. In un’epoca in cui bambini e bambine fanno domande che “neanche Stephen Hawking redivivo”, Francesca Falchi offre a genitori imbarazzati e insegnanti “in preda a psoriasi da stress” un’analisi dell’annosa e quanto mai intricata questione: educazione sessuale a scuola sì/educazione sessuale a scuola no.
Il fascino e l’attualità delle parole e del pensiero di Primo Levi in Il Sistema Periodico nella nuova mise en scène dei cagliaritani del Teatro del Segno con drammaturgia e regia di Stefano Ledda. Lo spettacolo è in programma domenica 27 novembre con inizio alle ore 19. Una pièce intrigante e avvincente costruita sulla falsariga della celebre raccolta di racconti dello scrittore e chimico piemontese, in cui gli elementi della Tavola di Mendeleev offrono lo spunto per note autobiografiche e trame fantastiche tra l’entusiasmo del futuro scienziato per le “reazioni” della materia e l’approvazione delle “leggi razziali”, gli incontri e le amicizie nate nell’ambiente ostile del lager e impreziosita da frammenti di interviste e riflessioni tratte da saggi e romanzi. In scena lo stesso Stefano Ledda, sulle note del sax di Juri Deidda, per un viaggio nella Storia del Novecento e un’indagine sulla natura umana oltre la tragedia della Shoah.
Si passa al 10 dicembre (inizio ore 21) con la compagnia Anfiteatro Sud e il loro spettacolo A quel paese, vincitore del premio “La città infinita” e “Spirito Fringe” al Roma Fringe Festival 2020. Testo e regia di Francesco Civile con la collaborazione di Daniel Dwerryhouse, entrambi in scena. A Quel Paese è una commedia che vuole giocare, attraverso un’altalena di emozioni, con diverse situazioni del quotidiano. Si vuole raccontare in modo semplice ed intenso alcuni temi universali come il viaggio, l’amore, la paura ed il coraggio, tramite l’incontro di personaggi eccentrici e vivaci che però non mancano di sostanza e concretezza. Un gioco tra attori, personaggi e pubblico che si pone come obiettivo principale quello di far sorridere ma anche di pensare.
L’11 dicembre doppio appuntamento. Si inizia alle 19 con Pietre sul cuore di Alice Tachdjian con Lia Careddu e al pianoforte Irma Toudjian. Il toccante spettacolo si ispira al diario di Varvar, una bambina scampata al genocidio degli armeni. Il diario di Varvar, scritto su quaderni di scuola e ritrovato dalla figlia Alice dopo la sua morte, è una testimonianza straordinaria, che riporta alla luce una pagina di storia troppo a lungo dimenticata e mostra cosa significhi essere un sopravvissuto, uno straniero, un individuo privo di diritti, senza patria e senza passato e come sia possibile crescere cercando le proprie radici nel terreno rarefatto della memoria. Si prosegue alle 22 con la storica compagnia de La Maschera e il loro Le famiglie di una volta. Un corto teatrale dove l’eclettica attrice Anna Pia ci racconta le vicissitudini di una vivace donna di “quarta età” che morde la vita con grinta, e si diverte a giocare con la vita con le cose meno allegre.
E arriviamo al 15 dicembre con i padroni di casa del Teatro Dallarmadio e il loro nuovissimo Concerto in una stanza. La sinfonia degli ultimi col quale hanno di recente conquistato a Rimini il “Premio del Pubblico” nell’ambito della ventesima edizione della rassegna Le voci dell’anima, con la motivazione “lontano da ogni forma criptica di teatro, lo spettacolo apre il cuore e ti immerge in un universo di persone, storie, musiche e voci che ci ricordano da dove veniamo e dove andremo.” Lo spettacolo, prodotto in collaborazione con il Consorzio Camù, è stato scritto da Fabio Marceddu e Antonello Murgia ed è interpretato da Cristiana Cocco e dagli stessi Fabio Marceddu e Antonello Murgia con la regia impianto scenico e musiche suonate dal vivo Antonello Murgia. Lo spettacolo, scrivono gli autori, “è il concerto di tutte le stanze che ci contengono, imprigionano, proteggono, ingannano, le stanze delle categorie, le scatole magiche ove avvengono cose straordinarie, le capanne dei bambini costruite con coperte e lenzuola, i muri che diventano pubblico acclamante verso il quale si canta a occhi chiusi”. Si inizia alle 21.
TeatrExma prosegue martedì 20 dicembre alle 21 con L’Altalena, di e con Andrea Serra, alla chitarra Daniele Serra. Lo spettacolo nasce dalla necessità di far conoscere una periferia di mondo, mostrando ciò che probabilmente risulta essere nascosto.
Si tratta di una narrazione che prova a mettere in evidenze la grande ricchezza che si trova in un luogo così periferico come l’ospedale e, ancora di più, in un reparto di oncoematologia. I bambini e i ragazzi, costretti loro malgrado a vivere una vita “rovesciata”, hanno la capacità di mostrare come sia importante vivere il tempo del qui e ora e come questo sia un posto difficile da abitare ma, allo stesso tempo, l’unico che permetta di affrontare anche i momenti più difficili.
Il punto di vista è quello del maestro della scuola dell’ospedale, è lui ha raccontare le storie vissute con i propri alunni. Per questo i racconti, anche nella loro drammaticità, sono pieni di vita e capaci di avvicinarsi allo spettatore senza volerlo travolgere.
Ho visto Pasolini. Storia d’amore tra un poeta e un pallone è invece il titolo dello spettacolo che vedrà in scena lo scrittore Nicola Muscas il 22 dicembre alle 21. Una storia delicata e sorprendente, piena di incroci e traiettorie improvvise, che ci mostra come guardare il calcio (o il mondo) con gli occhi del poeta, aiuti a sopportare le assurdità della vita.
Dopo la pausa natalizia si riprende il 26 dicembre con un doppio appuntamento. Si inizia alle 18 con Tombola mitologica. Una serata speciale tra storie eterne e la mitica tombola natalizia della compagnia Batisfera. Ci sono racconti in grado di affascinare chi li ascolta e dare la possibilità di trovare sempre nuove interpretazioni personali. Nei racconti mitologici è dispiegato l’enorme potere del racconto che si serve di storie e personaggi per arrivare al cuore di temi immortali come l’amore e il conflitto ma anche alcuni capisaldi del natale come i regali e l’amore per le luci.
AVVISO! LO SPETTACOLO OPERE SCELTE È RINVIATO A DATA DA DESTINARSI – Si prosegue alle 21 con Renzo Cugis e il suo Opere scelte. “Io e mio fratello siamo sempre rimasti affascinati da una scena che si è sempre ripetuta a casa nostra. Mio padre a fine pasto prendeva un bel grappolo d’uva e rigirandolo continuamente, preciso e rapidissimo sceglieva ogni singolo acino. Fino a mangiarli tutti. Allora perché sceglierli? Forse perché scegliere è bello. Cosa c’entra questo con “Opere scelte?” Niente. Il fatto è che ho sempre cercato di raccontare questa storia e ho scelto questa occasione. Questo spettacolo è una raccolta di cose. Le opere possono essere anche brutte e forse le mie lo saranno, ma hanno la dignità di essere state scelte… per chi le vorrà ascoltare”.
Il giorno dopo, martedì 27 dicembre, torna una delle presenze più assidue di TeatrrExma, Rossella Faa e il suo nuovo I miei primi 50 Principi Azzurri, Gioie e disavventure dell’amore: il sentimento più inflazionato di tutti i tempi, uno spettacolo in cui, attraverso canzoni, musica e racconti, verrà analizzato il “problema” dell’Amore da diversi punti di vista. Sul palco con la Faa, Giacomo Deiana alla chitarra e Nicola Cossu al basso elettrico e contrabbasso. “Quando ci si innamora non ci sono solo cose belle, quasi tutte, pero, specialmente quando capitano agli altri, hanno un lato buffo, ridicolo, che ci permette di guardare, anche le nostre più goffe imprese amorose, con occhio diverso”. Si inizia alle 21.
Il 28 dicembre la chiusura è affidata ai padroni di casa del Teatro Dallarmadio e il loro ormai classico natalizio Skoncerto di Natale, regia Antonello Murgia, che vedrà, oltre allo stesso Murgia e a Fabio Marceddu, la partecipazione di tanti amici artisti. Un vero e proprio concentrato degli spettacoli della compagnia, una miscellanea di produzioni vincenti, taglienti, irriverenti, sul filo del teatro, nel teatro oltre il teatro. Fabio Marceddu e Antonello Murgia conducono il pubblico e si conducono a ritroso verso il futuro imminente e il passato presente. Un cilindro dal quale far emergere tanti “regali” per il pubblico che da sempre sostiene il Teatro Dallarmadio. Si inizia alle 21.