“L’esposizione Giovanni Battista Piranesi – per i 300 anni dalla nascita, si realizza grazie alla disponibilità della Facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari in quanto attingiamo all’ampio fondo di incisioni originali di sua proprietà, arrivato a Cagliari nel 1916 e custodito nella Biblioteca del Distretto Tecnologico. Come tutti i precursori e innovatori, l’artista muove da uno sguardo attento, curioso e indagatore profondo della realtà di cui coglie l’ampiezza e il mistero, per approdare ad un linguaggio personalissimo tuttora contrassegnato dalla sua straordinaria attualità. Il percorso che tracciamo all’interno dello spazio del Castello San Michele, mostra incisioni tratte da tutte le serie.
Tra queste le Carceri, tra le più note e celebrate per il suo forte impatto drammatico e allucinatorio, che precisa l’immaginario piranesiano e la sua grande capacità espressiva coniugata con una straordinaria abilità tecnica. L’esposizione pone l’accento sull’aspetto visionario legato alle vedute dei monumenti e ruderi che, con la loro numerosa presenza, caratterizzavano il territorio di Roma e fungevano da attrattore per i viaggiatori – uomini di cultura – e per gli avventurieri; parallelamente l’attenzione è rivolta alle opere dall’aspetto più tecnico-architettonico, fascinose nel loro rigore, strutturate organicamente ma che coniugano con grande sapienza libertà espressiva, immaginazione e precisi elementi tecnici.
“Oltre il vivo interesse per Piranesi e per l’attualità delle tematiche trattate, la scelta di questo progetto espositivo che mostra opere realizzate con le tecniche dell’incisione originale, è legata alla conoscenza della nostra particolare realtà artistica; se guardiamo attentamente l’Isola scopriamo una fitta ragnatela che collega paesi, luoghi e artisti tenendo vivo un settore dell’arte, quello dell’incisione e stampa originale, che non mostra stanchezza ma al contrario ha il potere di affascinare e coinvolgere quanti si avvicinano, quasi che i linguaggi incisori fossero particolarmente congeniali al carattere e alla cultura isolana. Ricordiamo infatti che la produzione grafica del primo ‘900 in Sardegna, ha avuto importanti interpreti dei linguaggi dell’incisione e in particolare della tecnica xilografica, che hanno goduto di riconoscimenti internazionali collocandosi in linea con la cultura europea. Passano quindi per la nostra terra le Strade dell’incisione e attraverso l’apertura di questi dialoghi dell’arte vogliamo ripercorrere la memoria dell’Isola e raccontarne la sua cultura, capace di crescita e di elaborazione del futuro; creare opportunità di confronto e sviluppo; promuovere il dibattito culturale nella sua articolazione nazionale e internazionale quale elemento indispensabile su cui costruire il futuro; incentivare la formazione artistica dei giovani creativi offrendogli sistemi e tecniche, conoscenze e informazioni sulle problematiche dell’attuale mondo dell’arte” (Casa Falconieri)